In ricordo di... Tjschery
Contattai subito l’allevatrice che fu molto gentile con me, mi mandò tante foto.. e me ne innamorai ancora di più.. Decisi che la piccolina, anche se aveva 6 mesi, non avrebbe fatto il viaggio da sola dal BELGIO, per arrivare qui da me in ITALIA. Partì mio marito insieme ad un amico e lei fu subito felice di entrare in casa mia.. Ero molto preoccupata per il viaggio, ma mio marito, mi ha detto che anche durante il volo Tjschery, ha sempre fatto le fusa e con la testolina cercava la sua mano. In breve tempo ingrassò e diventò bellissima, anche il suo pelo era splendido, lungo morbido e lucido, con una coda molto folta, Tjschery era tenerissima sempre, ci legammo molto e socializzò molto e subito anche con gli altri ragdoll già presenti nella mia casa. Non dimenticherò mai il suo primo parto, quello rafforzò ancora di più, il nostro già forte legame che divenne qualcosa di speciale; lei mi chiamava con la sua vocina ogni volta che non mi vedeva, e mi seguiva in casa come una cagnolina fedele. Quando arrivò a casa la mia CHANTY, Tjshery subito l’accolse come una sua figlia… se la mise sotto la pancia.. e la invitò a ciucciare!! Da allora furono sempre inseparabili!! Dopo circa 1 anno fece il suo secondo parto, e da questa cucciolata tenni SISSI la seal mitted mink. Oggi conservo di TJSCHERY dei ricordi molto belli, il suo volto, la sua presenza, sono ancora vivi dentro di me. Mia amata Tjschery, tu sei il mio primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera, e tu lo sai, da lì su mi osservi, sento la tua presenza accanto a me, sento i tuoi passi sento il tuo contatto, sei tu che mi dai la forza, di prendermi cura dei tuoi amici. MOMENTI INDIMENTICABILI Un giorno noi tutti incontreremo i nostri amati amici, sul ponte dell’arcobaleno!! Loro ci aspettano!! DEDICATO A TUTTI VOI CARI AMICI A 4 ZAMPE!! |
Da tempo mi stavo informando sui ragdoll MINk, mi sono sempre piaciuti, e desideravo già da un pò, prendere una bella femmina. Un giorno guardano siti di ragdoll, mi sono trovata davanti questa foto; il suo musetto, i suoi occhi mi chiamavano, lì su quello sgabello sembrava dirmi: “ ma quando mi vieni a prendere??”
